Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus)
Il cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus, Linnaeus 1758) è un uccello di palude della famiglia dei Recurvirostridi.
Sistematica
La tassonomia di quest'uccello è ancora oggetto di discussione: alcune fonti attribuiscono 5 sottospecie a H. himantopus; altre dividono il genere Himantopus in 3 specie (H. himantopus, H. mexicanus e H. melanurus) altre considerano tutte e 5 le sottospecie specie a sè stanti. Le cinque possibili sottospecie sono:
Sistematica
La tassonomia di quest'uccello è ancora oggetto di discussione: alcune fonti attribuiscono 5 sottospecie a H. himantopus; altre dividono il genere Himantopus in 3 specie (H. himantopus, H. mexicanus e H. melanurus) altre considerano tutte e 5 le sottospecie specie a sè stanti. Le cinque possibili sottospecie sono:
- H. h. himantopus, il Cavaliere d'Italia, la sottospecie nominale, presente in Europa, in Asia e in Africa. Ha solo le ali nere e qualche volta anche la nuca.
- H. h. leucocephalus, il Cavaliere testabianca o poaka, presente a Giava, in Nuova Guinea, in Australia e in Nuova Zelanda. Ha le ali e parte del collo neri.
- H. h. melanurus, il Cavaliere dorsonero, presente in quasi tutto il Sud America. Ha le ali ed il collo neri fino all'altezza dell'occhio.
- H. h. mexicanus, il Cavaliere nordamericano, presente dall'America meridionale settentrionale fino al Circolo Polare Artico
- H. h. knudseni, il Cavaliere delle Hawaii o āeʻo, presente solo alle isole Hawaii. Ha le ali ed il collo neri fino oltre all'occhio, però sotto di questo ha una macchia bianca.
Quando H. h. mexicanus è considerato come specie a sè stante, gli viene attribuita la sottospecie knudseni.
Aspetti morfologici
Gli adulti sono lunghi dai 33 ai 40 cm e possono pesare anche 200 g.
Rispetto alla mole, questo uccello ha le zampe più lunghe di tutta l'avifauna: possono raggiungere anche i 30 cm di lunghezza. Durante il volo, il battito delle ali si alterna a brevi planate e le zampe escono dalla lunghezza del corpo, dando al cavaliere d'Italia un aspetto elegante. Hanno un becco lungo, nero e sottile; il corpo ha le parti superiori nere che contrastano con le parti inferiori bianco splendente. L'occhio ha un'iride rossa, con una pupilla molto grande: il ciò fa assomigliare l'occhio del cavaliere d'Italia a quello di un cucciolo di mammifero.
Il maschio si differenzia dalla femmina, in primavera ed estate, per la parte posteriore del capo nera.
Distribuzione e habitat
Gli habitat del cavaliere d'Italia sono le paludi e le lagune poco profonde con sponde sabbiose e sassose. Si adattano facilmente anche ad ambienti artificiali, come risaie e saline.
- La sottospecie himantopus si può trovare in Europa intorno al Mar Mediterraneo e a nord fino alla Germania e al Regno Unito; in Africa sia sulle coste mediterranee che in Madagascar; in Asia sia in Asia centrale, nelle zone del Sud-est asiatico e anche in Asia orientale (Cina, Taiwan e alcune isole).
- La sottospecie leucocephalus si può trovare a Giava, in Nuova Guinea, in Australia e in Nuova Zelanda. Gli uccelli che vivono più a sud migrano, con l'arrivo dell'inverno, fino alle Filippine.
- La sottospecie melanurus vive in quasi tutta l'America Meridionale, con l'esclusione delle parti più meridionali di Argentina e Cile.
- La sottospecie mexicanus vive prevalentemente nel continente nordamericano, dalla California fino alla Florida e ai paesi dell'America centrale (Messico). Vive anche nella parte più settentrionale dell'America del Sud e ai Caraibi.
- La sottospecie knudseni vive esclusivamente alle Hawaii.
In Italia
In Italia (dove si trova la sottospecie nominale) si stima vivano circa 4000-5000 coppie di cavaliere d'Italia, seconda popolazione europea per importanza dopo quella spagnola, dove infatti nidificano circa 12000 coppie. Quasi tutti i cavalieri d'Italia italiani sembrano svernare nelle paludi del Mali e del Senegal, come per esempio il Delta interno del Niger, ma qualcuno resta in Italia anche d'inverno: nella stagione fredda si concentrano soprattutto in Sardegna, in Sicilia e qualche esemplare anche nelle saline di Comacchio.
Le zone di nidificazione italiane sono varie: si registrano centinaia di coppie principalmente nel Delta del Po, nell'Orbetello e in Sardegna. Colonie minori sono sparse nel resto della Pianura Padana (Oasi di Torrile, risaie del Piemonte, Laguna di Venezia, Parco regionale del Mincio) e nel Mezzogiorno (laghi di Lesina e di Varano, Saline di Margherita di Savoia e Sicilia) .
La regione che ospita più cavalieri d'Italia è l'Emilia-Romagna, concentrati per la maggior parte nelle province di Ferrara, di Ravenna e di Bologna.
Cibo e alimentazione
I cavalieri d'Italia si nutrono di insetti, crostacei, molluschi, vermi e altri invertebrati. A volte mangiano anche dei girini. Raccolgono il loro cibo direttamente dalla sabbia e dall'acqua; per cacciare utilizza vista e tatto: infatti, muove il becco nell'acqua intercettando le prede. Cacciano anche di notte, riuscendo a vedere bene anche al buio.
Riproduzione
Il cavaliere d'Italia nidifica sulle sponde dei laghi salmastri e delle zone umide. Il nido può essere un ammasso di rami in mezzo all'acqua di una palude o una depressione scavata con le zampe su una barena o su un'isoletta, tra le salicornie.
A partire da aprile il maschio corteggia la femmina con danze non molto complicate ma eleganti: la femmina sta in piedi con il capo rivolto verso il basso, mentre il maschio le gira intorno beccando l'acqua e le piume del petto; infine, il maschio sale in groppa alla femmina e si accoppiano, per poi discendere, stringere la femmina sotto un'ala e fare qualche passo vicini. La femmina depone tra fine aprile e inizio giugno 3-4 uova di colore giallo-verde, macchiate di bruno scuro. L'incubazione dura 25-26 giorni e, insieme all'allevamento della prole (che dura circa un mese) viene effettuata da entrambi i genitori. Questi uccelli nidificano spesso in piccoli gruppi, a volte insieme alle avocette o alle sterne.
I piccoli cavalieri sono nidifughi: abbandonano, cioè, il nido molto presto. Imparano a volare circa un mese dopo la schiusa. Le femmine dei cavalieri d'Italia (come succede anche per le avocette), se si avvicina un predatore al nido, simulano di avere un'ala rotta, spiegandola e facendo molto rumore per farsi sentire. In questo modo, al predatore viene istintivo attaccare l'uccello "ferito", lasciando stare il nido. Se il cavaliere d'Italia, però, capisce che un eventuale predatore non ha cattive intenzioni (come un birdwatcher che osserva la situazione), in caso qualche minuto dopo torni, non farà ancora questa messa in scena.
Status e conservazione
In Italia, è specie particolarmente protetta ai sensi della legge 157/92. Agli inizi degli anni 80, la specie era molto a rischio, ma negli ultimi decenni la popolazione è molto aumentatata grazie alla protezione delle zone umide dove il cavaliere d'Italia si riproduce e grazie anche alla protezione della specie stessa nei paesi dove sverna in inverno.
La popolazione generale sembra stabile, anche se alcune (tipo quella europea) sono in netto aumento numerico e ingrandiscono anche il loro areale, fatto legato forse al riscaldamento globale che li consente di colonizzare zone che erano più fredde. Inoltre, sembrano essere diventati meno timorosi nei confronti dell'uomo, tanto che sempre più spesso si registrano casi di nidificazione in ambienti antropici (saline, risaie e anche vasche di aziende agricole) o si avvistano individui negli stagni delle città.
Fonte WIKIPEDIA